sabato 23 novembre 2013

A spasso con... Maurizio Ponticello





Incontro Maurizio Ponticello, scrittore e giornalista napoletano, al bar Amedeus. Il suo look, come sempre, è impeccabile: cappotto puntinato grigio e verde, pashmina viola. Dopo aver gustato un buon caffè, prendo dalla mia borsa il registratore, il foglietto con le domande e il suo romanzo, La nona ora... ma non trovo la penna. Da bravo scrittore, Maurizio ne porta sempre una con sé e me la porge. Si comincia! 


Che tipo eri da piccolo? Ti è sempre piaciuto scrivere?
Ero un tipo molto tranquillo e socievole. Già ai tempi del liceo mi piaceva scrivere. A 18 anni incontrai il compianto Romualdo Marrone il quale mi chiese di redigere un articolo. Ho cominciato così la mia carriera di giornalista. A 21 anni circa ero già iscritto all’albo.


Qual è la tua fonte di ispirazione?
La realtà quotidiana. Però se guardi oltre il velo di Maya, capisci che esistono altre realtà con le quali bisogna confrontarsi per comprendere la Totalità. Rimanendo con i piedi per terra, cerco di dare uno sguardo dietro le quinte.

 

La nona ora




Come mai hai deciso di scrivere un romanzo e non un saggio?
Per cambiare. Mi hanno sempre detto che sono un bravo narratore anche nell’ambito della saggistica. Quindi ho deciso di raccontare una storia, non mirando più all’intelletto del lettore come accade quando scrivo i saggi, ma puntando al cuore. Un romanzo, specialmente di azione come La nona ora, ti fa entrare in un pathos emotivo che scuote la coscienza in un modo completamente diverso. Se avessi voluto trasmettere le stesse emozioni attraverso un saggio, di sicuro non avrei ottenuto lo stesso risultato.



Che differenza c’é come metodo di lavoro, come mentalità, come applicazione, tra la scrittura di un saggio e un romanzo?
Il metodo è lo stesso perché La nona ora è ricco di dati autentici, frutto di ricerche, di studi. Alcuni elementi possono sembrare assurdi, come il controllo telematico sulle persone o la sperimentazione effettuata con i microchip sottocutanei. Spero di aver comunicato al lettore che la parte “fiction” è solo la storia di Silvana, per il resto è tutta realtà.






Quanto tempo hai impiegato per effettuare sopralluoghi, ricerche, studi?
Ciò che mi impegna di più sono le ricerche storiche, in biblioteca o su testi antichi. Ho terminato il romanzo in sei sette mesi, ma lo sognavo anche la notte. Avevo preparato una storia di base, ma a un certo punto alcuni personaggi mi hanno preso la mano, mi suggerivano di prendere una direzione diversa, per cui mi sono lasciato guidare da loro. E’ stata un’esperienza abbastanza inquietante.

 


Il prof. Ambrasi, durante una mini-conferenza all’interno della sua villa, chiede ai suoi studenti:Sapete nulla di Washington? La capitale federale? Non avete letto Dan Brown? Tra le varie corbellerie che scrive, questa è abbastanza corretta [...]”. E’ un espediente letterario per esprimere la tua opinione sullo scrittore statunitense  oppure semplice umorismo per strappare un sorriso al lettore?
Innanzitutto, sapevo che questo romanzo poteva essere accostato ai testi di Dan Brown che è un ottimo narratore. Essere paragonato a lui è lusinghiero, soprattutto per il fatturato di vendite che ha raggiunto. Ma i suoi studi sono molto confusi, si vede che non gli appartengono. Ciò che scrivo io, invece, fa parte del mio patrimonio genetico, della mia formazione culturale. Direi che quella frase racchiude tutte e due le cose: è un modo per far sorridere il lettore, ma anche per ricordargli di non prendere alla lettera tutto ciò che scrive Dan Brown.



 
Silvana a p. 238: “si stava pian piano convincendo che i signori indiscussi dei social network sono tre: la solitudine, il voyeurismo e il pettegolezzo. A questi Ambrasi ne aveva aggiunto un altro: il controllo” Molte persone acquistano uno smartphone quasi esclusivamente per rimanere in contatto tra loro in ogni istante, in qualsiasi parte del mondo. Secondo te, arriverà un giorno in cui diventeremo consapevoli di essere, chi più chi meno, soli, pettegoli, voyeur e controllati?
Diventare completamente consapevoli mi sembra difficile e Ambrasi ce lo ricorda. Durante la presentazione de La nona ora alla Feltrinelli,  raccontavo come Google identifica la persona che si avvicina al computer, proponendogli pubblicità mirate. Nei giorni successivi, alcuni conoscenti mi hanno detto: “Lo sai che finalmente ho capito perché Google mi consiglia determinati prodotti?”. Questa cosa mi ha impressionato molto: costoro hanno compreso che lo strumento con il quale si confrontano non è stupido. Al contrario ha interesse a sondare le tue opinioni, dove vai in vacanza, cosa studi, quali sono i suoi gusti cinematografici, editoriali... Ed è proprio la consapevolezza l’unica arma per combattere questo fenomeno.
 


Dopo un’ampia descrizione della sala grande del Salone Margherita, Jax  afferma: “Avrebbe potuto trovarsi in una milonga argentina, nessuno avrebbe mai detto che si trattasse, invece, di Napoli”.  Quante volte, in città, ti è capitato di guardarti intorno ed avere lo stesso tipo di straniamento? In quali posti ti é capitato?

Salone Margherita, NapoliSicuramente il Salone Margherita è uno di questi luoghi. Per molti anni ho ballato tango e alcuni maestri argentini mi hanno confessato di essere stati travolti dalla bellezza del Salone. Napoli è ricca di luoghi fatati che i napoletani non vedono più o forse non hanno mai visto. Basta passeggiare per il centro storico, alzare gli occhi e soffermarsi sulle facciate dei palazzi per scoprire che in un androne esiste una copia della testa del cavallo di Virgilio. Sul bugnato di Piazza del Gesù ci sono alcuni fregi misteriosi, paradossalmente conosciuti in tutto il mondo ma non dai napoletani. La verità è che Napoli è una città straordinaria e dovremmo arrenderci all’idea che lo è davvero.


Dedica: “La nona ora è dedicato alle donne e agli uomini che, con gli occhi del cuore, imparano a vedere oltre le apparenze, oltre la paura”. Tu, attraverso questo romanzo, ci sei riuscito. Come hai fatto?
E’ una questione di allenamento, di consapevolezza. E’ un discorso strettamente connesso con quello sulla realtà apparente, concetto che peraltro esiste fin dall’antichità. Per esempio, analizziamo il significato di persona. Oggi questo termine si riferisce a un essere umano ma, anticamente, indicava la maschera degli attori del teatro di Dioniso. La maschera rappresentava il culto intermedio, il contatto tra la divinità e gli uomini. Quando un attore la indossava, diventava persona, quindi era pervaso dal dio. Secondo me, questa divaricazione tra realtà apparente e realtà profonda, oggi è ancora più forte, specialmente a causa delle nuove tecnologie. Per esempio Facebook per me è il punto di incontro più asociale che esista, è una vetrina di narcisismi, di egocentrismi. Ognuno scrive ma non fa caso a ciò che dicono gli altri. E’ come se fosse uno specchio della realtà in cui viviamo ma, guardando in profondità, ti accorgi che è tutto falso, è tutto virtuale.



Calze autoreggenti, come indossarle senza problemi

Per caso nutri una certa passione per le calze autoreggenti?

Cosa te lo fa pensare?


All’interno del libro sono citate più volte.
Beh... sì.







 

Vista la sua determinazione ad aiutare Silvana e la sua caparbietà nella lotta contro “i cattivi”, Jax potrebbe essere paragonato a un supereroe?
Non definirei Jax un supereroe. Senza la caparbietà di Silvana, probabilmente non sarebbe riuscito a portare a termine l’avventura. Piuttosto lo definirei un eroe moderno, un eroe umano.





Tre caratteristiche di un buon libro.
La leggibilità, la struttura narrativa e la storia.


 




 

Tre cose di Napoli che porteresti su un’isola deserta.
Il sole, l’intera Biblioteca Napoletana e un pezzetto di Castel dell’Ovo, simbolo delle nostre origini.






  

I misteri di piedigrotta 


La tomba di Virgilio: cosa rappresenta per te e per Napoli.
A partire da pochi anni dopo la morte di Virgilio (nel 19a.C.), intorno al Mausoleo Virgiliano è nato un vero e proprio culto. Silio Italico, Papinio Stazio ed altri hanno cominciato ad omaggiare questo luogo, nonostante non si abbia la certezza che si tratti proprio della Tomba di Virgilio. Inoltre, lì sorge uno dei posti più magici della città, ossia la Crypta Neapolitana. Si narra che Virgilio, attraverso alcuni riti magici, l’abbia aperta in una sola notte. Per secoli è stata sede della festa di Piedigrotta finché la Chiesa, mattone dopo mattone, ha annientato questo culto. Ma questa storia riguarda un altro libro che ho scritto... 





Ti piace il calcio?
Non ci vado matto, ma guardo le partite.

Tifi Napoli? (nell’incertezza, io chiedo sempre...)
Sì.



     
Al di là del bene e del maleUn libro che ti ha cambiato la vita.
Un po’ di tempo fa, all’interno della Galleria Umberto I, si teneva una fiera di libri. In quell’occasione, a sedici anni, comprai un’edizione storica di Al di là del bene e del male di Nietzsche. Quel libro mi ha cambiato la vita perché mi sono identificato totalmente in quello che l’autore esponeva. Tutto ciò che non riuscivo a esprimere a quell’età lo leggevo in quel testo, scritto peraltro in maniera meravigliosa. 







 

Una canzone che ti da la carica.
Potrei indicare alcune canzoni moderne, ma sono passeggere. Preferisco citare qualcosa che fa parte della nostra tradizione: le tarantelle. La radice della tarantella è la scinnide, cioè la danza sacra rivolta a Dioniso, che si è sviluppata in tutta l’area mediterranea. Riscontriamo lo stesso ritmo e gli stessi movimenti in paesi come l’Irlanda, la Bretagna, la Scozia. Quando ho visitato questi luoghi, mi sono imbattuto in alcune feste popolari legate spesso al vino, quindi al dio Dioniso. Tra un ritmo rap e un pezzo house, ci infilavano queste musiche tradizionali. Tutti si alzavano a ballare, abbracciati. Mi sembrava di osservare un popolo intero che danzava, armonicamente. La nostra musica tradizionale non è apprezzata e non è conosciuta. Ed è un peccato, perché fa parte del nostro patrimonio genetico.





Questo rito armonico non lo riscontri anche nel calcio, allo stadio, durante i cori cantati dalle curve?
Non è la stessa cosa. Io il calcio lo vedo come un palliativo sociale, una valvola di sfogo. La danza, invece, nasce come riproduzione del movimento degli astri, è qualcosa di sacro.


Tarallo o sfogliatella?
Sfogliatella, 10 a 1.


Il tuo rapporto con il cursore intermittente che lampeggia sulla pagina bianca del computer...
Ho un rapporto bellissimo perché ho sempre qualcosa da dire.


La peggiore frase per abbordare una donna che hai sentito.
Ti racconto questo aneddoto. Camminando per strada, noto un ragazzo in macchina che tenta di abbordare una bella ragazza con epiteti tipo: “Bona, viene ccà, che te facesse”. Dopo pochi secondi, la ragazza entra in macchina. Ho assistito a scene del genere anche in altre occasioni, quindi penso non esista un modo migliore o peggiore di attrarre una donna. Piuttosto, esiste il modo giusto per ogni donna. E’ stata una scena per me allucinante. Questi sono i tipici episodi che smontano tutti i paradigmi che ti eri creato.


Saluto Maurizio. Lo ringrazio per il tempo che mi ha dedicato (e per il caffé). Mi avvio verso casa e rifletto: Napoli è davvero un posto incredibile. Qui nascono persone di talento, che amano la città e lottano per valorizzarla. Se tutti prendessimo coscienza del nostro patrimonio artistico, architettonico, culturale , forse saremmo rispettati di più da coloro che ci criticano al solo scopo di affossarci. Probabilmente perché invidiano quello che siamo.








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